Lo sbiancamento consente al paziente di ottenere un colore dei denti che al tempo stesso sia più bianco e più lucente, venendo incontro alle sue esigenze estetiche. Durante gli anni il colore dei denti può infatti perdere lucentezza, facendo sembrare i denti più “gialli”: questo è dovuto a diversi fattori, come, per esempio, i pigmenti coloranti presenti nel tè, nel caffè e nel fumo di sigaretta. Altre cause possono essere le discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi, disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio le tetracicline).
Lo sbiancamento non danneggia lo smalto dei denti poiché le sostanze sbiancanti non sono dannose se usate in modo corretto. I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente. L’ossigeno che viene liberato va a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia. Lo sbiancamento professionale viene effettuato in studio e si esegue per le forme meno severe di pigmentazione, mentre quello domiciliare (con l’applicazione di mascherine individuali) viene riservato ai casi di discromie più severe e più resistenti. L'efficacia dello sbiancamento dipende fondamentalmente dal tipo di macchie presenti sui denti. Inoltre le sostanze sbiancanti ovviamente non agiscono se i denti sono coperti da tartaro o macchie di fumo e nemmeno funzionano sulle otturazioni o sulle corone protesiche. Per questo, conviene prima fare una pulizia professionale dei denti. Una bassa percentuale di soggetti può avvertire una temporanea ipersensibilità dentale. Basterà astenersi dal bere bevande troppo fredde o troppo calde per 24 ore. Può essere utile in questi casi associare gel desensibilizzanti.
La procedura sbiancante è sconsigliata ai soggetti con forte sensibilità dentale a cibi e bevande calde e fredde o che presentano denti frontali lesionati.
La tecnica sbiancante utilizzata può sbiancare fino ad un massimo di 9 gradi di tonalità. Naturalmente ogni tipo di dente reagisce in maniera diversa. In generale il miglioramento si attesta sui 6 - 7 gradi di tonalità. In caso di denti severamente "ingialliti" è possibile che siano necessarie più di una seduta (2 - 3 sedute) per quello ambulatoriale o più settimane nel caso del domiciliare.
La durata dei risultati dipende molto dal comportamento dell'utente. Tabacco, caffè, tè, non adeguata pulizia dentale, ecc. riducono la durata del risultato. Regolari pulizie dentali e l'uso di dentifrici sbiancanti allungano la durata del risultato. Alcuni pazienti propendono per trattamenti su base annuale.