La carie è un processo distruttivo del dente ad eziopatogenesi multifattoriale dove entrano in gioco batteri cariogeni contenuti nella placca batterica, un'alimentazione ricca di zuccheri e alcune variabili relative al paziente. La carie, se non trattata, progredisce dalla superficie più esterna del dente, lo smalto, sino in profondità, raggiungendo la dentina: in questo stadio il dente può far male a contatto con il freddo e/o con i cibi acidi o zuccherati. Quando, procedendo ulteriormente in profondità, la carie raggiunge la polpa, il dolore diviene spontaneo, soprattutto di notte o in posizione sdraiata. Il dente fa male anche alla pressione e al contatto con i cibi caldi. Nel corso di una visita di prevenzione il dentista può evidenziare la presenza di carie di lieve entità (pertanto ancora asintomatici) e consigliarne la cura. Inoltre il dentista può controllare il livello d'igiene orale domiciliare tenuta nei mesi precedenti ed eventualmente dare gli opportuni consigli per migliorarla e fornire le adeguate istruzioni d'igiene alimentare, fondamentali per il controllo dell'insorgenza della patologia. Perché curare la carie anche quando non fa male il dente? Perché la cura di un processo carioso iniziale è più semplice, richiede un minor dispendio di tempo e ha un costo sicuramente più basso. Perché non estrarre il dente? La cura della carie mediante otturazione, a volte preceduta da devitalizzazione, è fondamentale per preservare la funzione masticatoria e rimuovere o prevenire l'eventuale infezione, fonte di diffusione a distanza di processi infettivi e reumatici, con possibili complicazioni ad interessamento renale, cardiaco, articolare e oculare. È possibile prevenire l'insorgenza della carie? Una corretta igiene orale ed una buona igiene alimentare possono abbassare notevolmente il rischio d'insorgenza di patologia cariosa. Le periodiche visite di controllo dal dentista unitamente alle consigliate sedute d'igiene professionale mantengono ulteriormente sotto controllo la situazione. In età pediatrica sono consigliabili l'assunzione di fluoro e la sigillatura dei solchi occlusali dei molari e dei premolari appena erotti.
Una corretta igiene orale comincia fin dalla nascita. Per i primi mesi di vita del bambino esistono in commercio diversi spazzolini che, dotati di morbide superfici in tessuto sono in grado di pulire la bocca del bambino e abituarlo alla cura quotidiana dei denti, della lingua e del cavo orale.
Tra i sei e gli otto mesi di vita del bambino spuntano i primi dentini. Questo è proprio il momento giusto per una prima visita dal dentista. In seguito si stabilisce d'intesa con l'odontoiatra la frequenza con cui controllare regolarmente lo sviluppo della dentizione del bimbo. In generale comunque, verso i 3 anni la dentatura da latte è completa per cui è opportuno un controllo. Non è consigliato aspettare l'eruzione del primo molare permanente o la permuta degli incisivi a 6 anni circa, ma portarlo prima che si possano intercettare eventuale tematiche presenti, poiché alcune malocclusioni - s. terze classi - o abitudini viziate - s. succhiare il dito - richiedono un intervento precoce interno ai 4 anni.
Il fluoro è fondamentale nella prevenzione della carie; tuttavia una sua assunzione eccessiva causa la fluorosi, con effetti negativi sui denti e su altri organi. Fondamentale è la dose somministrata, che deve essere calcolata in base all'età del bambino ma anche in base al fluoro contenuto nell'acqua che egli beve. Vi sono apposite tabelle relative alle acque minerali più vendute, per quella del rubinetto basta contattare l'ente erogatore.
Se il dente da latte è prossimo alla caduta non è necessario, se invece deve restare ancora a lungo in bocca sì. Permettendo alla carie di distruggere il dente viene perso spazio nell'arcata, il che comporta problemi ortodontici. In più un dente cariato è una fonte di infezioni, non solo della bocca ma di tutto l'organismo.